Molte persone hanno fondato la propria vita sulle protezioni.
Quando non vogliamo sentire il dolore e la paura che abbiamo sepolto dentro di noi, perdiamo gran parte della nostra energia vitale, riducendo e impoverendo la nostra vita.
Aprirci alla nostra vulnerabilità e quindi all’insicurezza, al dolore e anche alla paura è il primo passo da compiere. Accogliere e sentire il dolore di un bambino che forse è stato tradito, ferito, incompreso, ignorato, non amato o anche abusato può essere molto doloroso.
Prima di aprirci a qualcun altro, dobbiamo farlo verso noi stessi. Accorgerci di quello che ci succede dentro e sentirlo. La vulnerabilità autentica affiora quando siamo disposti a riconoscere, ammettere e sentire le nostre ferite, quando siamo pronti a non nasconderci dietro alle maschere.
La via per sentire di nuovo lo spazio di vulnerabilità parte dal cuore e le meditazioni sul cuore offrono un valido aiuto.
Numerose situazioni della vita possono farci sentire vulnerabili: quando ci prendiamo il rischio di esprimerci in maniera nuova o di condividere la nostra creatività con gli altri, quando l’altro non ci ama come vorremmo, quando ci troviamo in presenza di qualcuno che rispettiamo o di una figura autorevole da cui vorremmo ricevere attenzione, rispetto e approvazione. Il dolore può divenire un grande maestro e solo se accettiamo di sentirlo possiamo veramente aprire il cuore.
Ci è stato insegnato che vulnerabilità equivale a debolezza; è vero il contrario; naturalmente non è appropriato mostrarsi vulnerabile in qualsiasi circostanza o con chiunque, è necessario sentirsi abbastanza al sicuro.
La vulnerabilità è la nostra forza più grande. Alla nascita siamo in uno stato di innocenza e fiducia, purtroppo tutto questo cambia, per un motivo o per un altro. Tutti abbiamo una profonda aspirazione a essere interi, sentirci completi. Il dolore dell’abbandono e della deprivazione ci fa sentire questa intima aspirazione. Essa appartiene alla parte più profonda del nostro essere. Tutti desideriamo ritornare alla fonte. Appartiene al cuore della nostra ricerca spirituale, e noi per sbaglio lo indirizziamo verso un’altra persona.
Quando diventiamo disposti ad accettare che le esperienze di rifiuto e di abbandono ci invitano ad andare più in profondità dentro di noi, allora siamo sulla strada per tornare a casa.